L’UNIVERSITA’ DI PADOVA A LEZIONE DA ECOAMBIENTE PER L’OLIO ALIMENTARE ESAUSTO

olio esaustoEcoambiente è leader nella creazione della filiera corta per la valorizzazione degli oli esausti. Lo attesta l’Università di Padova che ha voluto proprio considerare il caso dell’azienda polesana come modello virtuoso da approfondire nel corso di un seminario sul tema di creazione di una filiera integrata di raccolta e riutilizzo degli oli alimentari esausti, tenutosi presso il Dipartimento di Scienze Chimiche, solo due giorni fa. Relatore del seminario è stato il direttore generale di Ecoambiente, l’ingegner Giuseppe Romanello.

Si apprende che sul territorio provinciale i “punti olio”, in cui è possibile conferire l’olio alimentare esausto, negli ultimi mesi, sono addirittura raddoppiati: più di 120 le postazioni in 50 comuni.

E che al servizio dedicato alle utenze domestiche si affianca l’offerta di servizio alle utenze non domestiche (ristoranti, panifici e pasticcerie, rosticceria, pub, ecc) per la raccolta domiciliare su prenotazione.

L’ingegner Romanello ha spiegato che l’olio alimentare esausto, che non deve assolutamente essere sversato nell’ambiente e non dovrebbe neanche essere disperso in fognatura, comprende tutti i tipi di oli: di oliva, di semi, di palma, crudi o cotti, oli e grassi vegetali o animali, come burro e margarina, e non deve confondersi con gli oli da motore e gli altri liquidi funzionali per macchine e veicoli, che non si possono raccogliere insieme.
La raccolta dell’olio alimentare esausto è una raccolta “minore” perché riguarda piccole quantità, se rapportate a quelle di tutti i rifiuti, ma è di grande importanza da molti punti di vista.

L’olio alimentare esausto è infatti un rifiuto molto inquinante, ma se recuperato può diventare biocarburante di seconda generazione. Per il relatore del seminario, si tratto “di un modo assai concreto di trasformare un rifiuto in risorsa, con un piccolo ma significativo vantaggio anche in bolletta, dato che il valore che Ecoambiente ricava dalla cessione dell’olio, viene poi ridistribuito ai comuni polesani”.

Nel 2014 sono state raccolte circa 145 tonnellate di olio alimentare esausto, marginando circa 35 mila euro utilizzati per contenere i costi del servizio rifiuti. Ma per Ecoambiente si è aperta anche una nuova fase di sviluppo, cioè il riutilizzo del biodiesel ricavato dal trattamenti degli oli esausti sugli stessi mezzi per la raccolta dei rifiuti. Infatti grazie alla collaborazione di ENI e di Green Refinery di Venezia, il primo impianto al mondo riconvertito dal petrolio ai biocarburanti, Ecoambiente sta lavorando alla realizzazione della prima filiera corta ed integrata di valorizzazione di una risorsa altrimenti destinata ad essere solo un rifiuto.